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PIDOCCHI: RIMEDI, SINTOMI E FALSE CREDENZE

Per Martina la settimana non è partita con il piede giusto… e nemmeno per la mamma! Ho notato che mia figlia si grattava con insistenza la testa e subito mi è venuto il sospetto: “pidocchi?” Non sbagliavo, purtroppo. All’inizio si sono affacciate mille preoccupazioni: dovrò convincere Martina a tagliarsi i capelli? Devo avvisare la scuola? Disinfettare tutta la casa?

Dopo una chiacchierata con altre mamme che ci sono già passate, tutto si è fatto più chiaro e sereno. Mi hanno infatti spiegato che non c’è ragione per cui allarmarsi, l’importante è intervenire nel modo giusto. Come? Qui ti racconto il trattamento pidocchi che mi hanno consigliato di seguire e i falsi miti sfatati. In più, ti spiego quali sono i sintomi dei pidocchi e come ho spiegato a mia figlia, senza traumatizzarla, la presenza di questi ospiti fastidiosi.

I falsi miti da sfatare sui pidocchi

Quando si parla di parassiti, viene subito da pensare che il modo migliore per evitarli sia prestare più attenzione all’igiene. Molte mamme vivono la pediculosi con un po’ di imbarazzo, perché credono che sia sintomo di scarsa pulizia. Quello che però non sanno è che i pidocchi attaccano più facilmente i capelli puliti. È importante che anche i bambini siano rassicurati su questo punto: non c’è nulla di cui vergognarsi!

Anche io ero vittima di alcuni falsi miti, per esempio avevo il dubbio che Martina si fosse presa i pidocchi dal cagnolino dei vicini, con cui ama giocare, ma non è così. I pidocchi sono parassiti umani, sopravvivono solo se si nutrono del nostro sangue, gli animali non ne sono portatori.

Non solo, nella mia mente “pidocchi” era sinonimo di “capelli rasati” e sapevo bene che mia figlia non avrebbe mai sopportato l’idea di tagliarli. Ma non è più necessario passare per le vie estreme: oggi infatti ci sono prodotti molto efficaci per il trattamento dei pidocchi, e questi funzionano anche sui capelli lunghi, basta solo armarsi di un po’ di pazienza.

Come spiegare ai bambini cosa sono i pidocchi?

Sai, non è facile spiegare a una bambina piccola che un parassita ha deciso di abitare proprio tra i suoi capelli e che, come se non bastasse, deve fare attenzione a non trasmetterlo ad altri bambini. Non volevo che Martina vivesse il periodo della cura con disagio. Ho messo da parte le mie ansie da mamma e le ho spiegato con serenità cosa stava succedendo, cercando di farle capire che la pediculosi non è poi tanto diversa da un’influenza: anche qui c’è un ospite sgradito a cui chiediamo di fare le valigie e andarsene e, anche in questo caso, dobbiamo fare in modo che non traslochi a casa di qualche altra persona. Ovviamente, con Martina non ho toccato gli aspetti più sgradevoli della questione: non le ho detto che i pidocchi si nutrono di sangue e via dicendo – se questa parte del racconto fa impressione a me, figurati a una bambina piccola!

Pidocchi, come riconoscerli?

Io, come ti ho detto, me ne sono accorta perché Martina si grattava con insistenza la testa. Il prurito è sicuramente un campanello d’allarme, anche se la sua intensità varia da persona a persona. Dopodiché, per accertarmi della reale presenza dei pidocchi, le ho controllato cute e capelli con attenzione. I pidocchi, infatti, sono visibili a occhio nudo: sono simili a piccoli ragnetti di colore bruno, quindi sui capelli chiari è semplice individuarli. Sui capelli scuri, invece, si vedono più facilmente le lendini (le uova), perché sono bianche e rimangono saldamente aggrappate al capello vicino alla cute, di solito se ne trovano 2 o 3 in fila indiana.

Quindi, quando c’è il sospetto, basta mettersi sotto la luce e ispezionare accuratamente i capelli, magari aiutandosi con una lente d’ingrandimento. Non serve un medico per diagnosticare la pediculosi, basta vestire i panni del detective.

Pidocchi, trattamento e profilassi

Cosa fare in caso di pidocchi? Non metterti le mani nei capelli! Ecco invece il piano d’azione: trattamento dei pidocchi, pulizia della casa e degli oggetti personali, precauzioni a scuola.

 Il trattamento per mettere k.o. i pidocchi. Prima di tutto, è consigliabile comprare uno shampoo o, in alternativa, una schiuma per i pidocchi, a base di piretrine e i piretroidi, due componenti capaci di mettere fuori gioco non solo i pidocchi, ma anche le lendini. Dopo ogni trattamento viene la parte più complicata, ossia rimuovere manualmente i pidocchi: passo un pettine a denti strettissimi tra i capelli di Martina, lo muovo dalla cute alle punte, cercando di trascinare pidocchi e lendini verso il basso. Questa operazione la svolgiamo sopra il lavandino o su un asciugamano bianco, così riesco a individuare più facilmente i parassiti. Dopo ogni passata di pettinino, controllo che i denti siano puliti – perché spesso rimangono intrappolati pidocchi o uova.

La pulizia della casa. Molte mamme mi hanno anche consigliato di disinfettare lenzuola, vestiti, asciugamani, spazzole e anche i pupazzi di Martina. Sì, i pidocchi hanno bisogno del cuoio capelluto per sopravvivere, ma per qualche ora possono resistere anche lontani “da casa”. Non bisogna però farsi prendere dal panico, per disinfettare basta lavare tutto ad alte temperature. Per quanto riguarda i pupazzi che non possono essere lavati, è sufficiente sigillarli in una busta ermetica e lasciarli lì per 7-10 giorni.

Avvisare la scuola. Molto importante è avvisare la scuola e la palestra. In questo modo le mamme potranno controllare i bambini e, nel caso, intervenire prima che i pidocchi si diffondano più del dovuto. Esistono anche prodotti preventivi, semplici spray che aiutano a proteggere i bambini dai pidocchi o dalla re-infestazione dei parassiti. Come ultima cosa, ho spiegato a Martina che è meglio non scambiare con i compagni di classe cuscini, cerchietti, spazzole, sciarpe e cappellini. Insomma, bisogna fare in modo che i pidocchi non trovino una nuova casa!

Ti lascio con un ultimo consiglio: nei periodi in cui c’è “allarme rosso pidocchi”, controlla settimanalmente la testa di tuo figlio, tieni d’occhio soprattutto la nuca e la zona dietro le orecchie, perché sono le parti più colpite. E, nel caso vedessi movimenti sospetti, rimani serena: ora hai un piano d’azione pronto!